Rugby Milazzo 1

Passione Rugby .

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Domenica 20 Marzo, Rugby Serie C - Quarti di Finale - Play Off


INSIEME SI VINCE !!! 

Gli Svincolatini sostengono le Aquile del Tirreno ....

Domenica 20 Marzo ore 14:30 sosteniamo insieme i nostri amici !!! 

Forza Ragazzi

Il Rugby e Bambini di Milazzo

Il rugby con Asd di Milazzo è uno sport che vede in questi anni una maggiore attenzione da parte dei giovani sportivi. In Italia sta riscuotendo un discreto successo e lo dimostra l’aumento di iscrizioni nelle società sportive.

E’ uno sport di Squadra con la “s” maiuscola, non esistono individui in campo, esiste una squadra con un solo cuore che pulsa.

Si gioca per vincere ma sopratutto per divertirsi.

Gli allenamenti sono “tosti”, sotto la pioggia, col freddo, con temperature che si avvicinano ai 40 gradi…nessuno ferma il popolo dei rugbisti di Milazzo. E come ogni appuntamento che si rispetti loro sono lì, sul campo, la loro seconda casa; pronti a correre, a scattare, a proteggere la palla ovale da portare in meta.

Si dice che i rugbisti siano persone dall’aspetto burbero, a volte un po’ rozzo, diciamolo, ma con un animo d’oro, paladini di valori e principi come pochi sport ora hanno: l’amicizia, la voglia di stare insieme e divertirsi, la solidarietà, l’aiuto reciproco….principi che si possono ritrovare in una famiglia; perché la squadra è una seconda famiglia.

I genitori sono molto partecipi alle iniziative, e laddove si può “dare una mano” si mobilitano tutti, nel loro piccolo, un piccolo che messo insieme fa un grande lavoro di squadra. Certo, anche i genitori sono una squadra! Volete mettere l’organizzazione delle trasferte, delle feste e di quant’altro viene proposto?….per non parlare del mitico terzo tempo, una sorta di ristoro per piccoli e grandi a fine partita a cui tutti aderiscono portando pietanze che farebbero concorrenza ad un ristorante: affettati caserecci, torte dolci e salate fatte in casa, vino del contadino, piatti della stagione tipo pasta e fagioli e tanto altro….

Il rugby si dice essere uno sport di “contrasto”, laddove c’è lo scontro fisico, sfatiamo però il mito fasullo di questo sport come non adatto ai bambini. 

E sopratutto perché scegliere il rugby e non un altro sport?

E’ innegabile che ci si possa far male, ma non più di qualsiasi altro sport. Le statistiche della traumatologia dello sport, ci dicono che per esempio, ci si fa più male alle gambe, giocando a calcetto piuttosto che a Rugby, certo che a volte può capire di andare a scuola zoppicando. Inoltre il rugby, oltre ad avere tutti gli aspetti positivi di uno sport di squadra, aiuta il ragazzo nella crescita, infatti l’ambiente dei piccoli rugbisti è un ambiente sano, dove gli stessi genitori guardando le partite a bordo campo diventano amici. Infine essendo il rugby uno sport “povero”, si pratica per la soddisfazione del divertimento senza aspirare ad una ricchezza materiale. E poi vuoi mettere la possibilità di lanciarsi nel fango, senza che nessuno possa dirti che hai fatto male!

Da che età è possibile iniziare a praticare il rugby per un bambino?
Ufficialmente si inizia con bambini che hanno compiuto 5 anni, però spesso ci capita di avere i fratellini dei “piccoli” atleti, che per non essere da meno, iniziano ad allenarsi ben prima del quinto anno.

Si parla di rugby come di uno sport corretto e leale; virtù che vengono indirizzate non solo verso i propri compagni ma anche verso gli avversari. 

La competizione come viene vissuta dai piccoli giocatori?
Ovviamente nel mini-rugby si gioca principalmente per divertirsi, quindi la competizione dei piccoli è sana e corretta; certo che perdere non piace a nessuno. Il malumore dura comunque poco, infatti già sul pullman del ritorno dal torneo, anche chi ha perso, fa in fretta a dimenticarsi della sconfitta.

Cos’è il famoso “terzo tempo”?
Il “Terzo Tempo” degli adulti è dopo la partita e consiste in un momento di aggregazione, dove si mangia insieme discutendo della partita appena giocata, brindando tutti insieme per la squadra che ha vinto. Il divertimento del “terzo tempo” è più nei genitori che degustano a bordo campo le prelibatezze preparate dalle mamme, mentre i “piccoli” atleti giocano le partite.

Qual è lo “spirito” del mini-rugbista?
Si dice che: “il Rugby è uno sport da bestie, giocato da gentiluomini” quindi il mini-rugbista sa che se anche dovesse diventare un campione, rimarrà sempre un gentiluomo.

I Rouli del Rugby a Milazzo



Trequarti

Estremo: si può dire che è un ruolo romantico, vista la solitudine di cui gode durante le partite. Per lunghi tratti di gara, infatti, l’estremo se ne sta solo, lontano dal gioco e dai compagni. Molti di loro sfruttano questo periodo per darsi ad altre attività, tipo il ricamo o il birdwatching. Ma quando entra in azione, l’estremo (in inglese “Fullback”) è quello che fa le giocate più spettacolari, con lunghi calci ad inseguire la palla e incredibili prese aeree. Ultimo baluardo in difesa, l’estremo deve essere dotato di un ottimo senso della posizione e di un placcaggio micidiale. Il numero che porta sulle spalle è il 15.

Ala: non c’è cosa peggiore del giocare ala in una fredda giornata invernale. Se va bene lo sfortunato viene scongelato dopo la partita con dosi massicce di the caldo e acqua bollente, se va male viene rivenduto al mercato del pesce per permettere alla squadra di pagare il pullman per le trasferte. Le capacità di un’ala (in inglese “wing”) devono essere la velocità, la destrezza e l’abilità nel cogliere al volo quelle poche occasioni a partita che si presentano. I numeri delle ali sono l’11 (per l’ala sinistra o “Left-wing”) e il 14 (per l’ala destra o “Right-wing”).

Centro: sono due e portano i numeri 12 e 13. Solitamente il primo è agile, veloce e con un buon piede, praticamente una brutta copia del mediano d’apertura. Il secondo è invece più massiccio e potente, capace di andare oltre la linea difensiva rivale. Altra dote importante del centro è il placcaggio, visto che sono i primi ad arrivare allo scontro con l’avversario in campo aperto. In definitiva, i centri sono la versione adattata alla trequarti delle terze linee ali, solo con meno precedenti penali. In inglese sono chiamati “Inside-centre” il 12 e “Outside-centre” il 13.

Mediani

Mediano d’apertura: il cervello del gioco. Bravo sia con le mani che con i piedi, il mediano d’apertura (in inglese “Fly-half”) detta le tattiche e i tempi della squadra in attacco appena ricevuta la palla. Visione di gioco e calma sono le principali doti richieste, ma per praticare il ruolo sono anche necessarie una altezzosità da lord inglese di epoca vittoriana e una certa propensione a prendersi tutta la gloria in caso di vittoria.

Mediano di mischia: è il più piccolo e il più cattivo. Insomma, la versione rugbistica del chihuahua. In campo ha il numero 9 e in inglese è detto “Scrum-half”. Introduce la palla nelle mischie chiuse e riapre il gioco dopo le fasi statiche. Essendo quindi il giocatore che per primo tocca palla in un’azione d’attacco, deve sviluppare un’astuzia e una coordinazione occhio-mano superiori alla norma se non vuole finire anzi tempo la partita triturato dalle terze linee avversarie.

Avanti

Terzo centro o numero 8: chiamato in inglese semplicemente “Number 8” o “Eightman”, è il giocatore che fa da raccordo tra la mischia e la mediana. Gode di una libertà decisionale maggiore rispetto agli altri giocatori di mischia e solitamente lavora più in coordinazione con il mediano di mischia che con il resto della mischia. Come dargli torto, in fondo, visto che è costretto a mettere la faccia in mezzo ai sederi di gente che ha visto il sapone solo in televisione.

Terza linee ala: detti anche “Flanker” portano i numeri 6 (flanker sinistro o Blinside-Flanker) e 7 (flanker destro o Openside-Flanker). Sono i primi a staccarsi dalla mischia chiusa non appena esce la palla, devono essere abili sia nel gioco aperto insieme ai trequarti che nei punti di incontro ed essere degli ottimi placcatori. Per questo per ricoprire il ruolo vengono fatti evadere di galera i peggiori criminali.

Seconda linea: alti e potenti, hanno il compito di direzionare e dare forza alla spinta della mischia chiusa e di prendere la palla in touch. Portano i numeri 4 e 5 e in inglese sono chiamati “Lock”. A causa della loro posizione in mischia chiusa nel quale devono sopportare l’immane peso delle prime linee sulle spalle, capita spesso che chi aveva cominciato la carriera alto due metri si ritrovi alla fine alto un metro e venti.

Tallonatore: in inglese viene chiamato “Hooker” (dal dizionario Oxford: prostituta) e la cosa negli anni ha dato luogo a numerosi equivoci. Fortunatamente in Italia non si può equivocare affatto, anche se il tallonatore è l’unico che può permettersi di abbracciare i piloni senza rischiare l’ospedale. In campo ha la maglietta numero 2, in mischia cerca di catturare la palla introdotta dal mediano di mischia “tallonandola” e nelle touch è solitamente l’incaricato del lancio della palla nel canale.

Pilone: in campo ci sono due piloni, il pilone sinistro (in inglese Loosehead Prop) e il pilone destro (Tighthead Prop) ed indossano rispettivamente la maglia numero 1 e 3. In mischia, insieme al tallonatore, formano la prima linea. Amanti delle zuffe e del fango, sono riconoscibili per la forma fisica più vicina a quella di un gorilla che a quella di un uomo. Resta tuttora un mistero come sia possibile che siano gli ultimi ad uscire dal campo e i primi a ritrovarsi al terzo tempo con una birra già in mano.