Il rugby con Asd di Milazzo è uno sport che vede in questi anni una maggiore attenzione da parte dei giovani sportivi. In Italia sta riscuotendo un discreto successo e lo dimostra l’aumento di iscrizioni nelle società sportive.
E’ uno sport di Squadra con la “s” maiuscola, non esistono individui in campo, esiste una squadra con un solo cuore che pulsa.
Si gioca per vincere ma sopratutto per divertirsi.
Gli allenamenti sono “tosti”, sotto la pioggia, col freddo, con temperature che si avvicinano ai 40 gradi…nessuno ferma il popolo dei rugbisti di Milazzo. E come ogni appuntamento che si rispetti loro sono lì, sul campo, la loro seconda casa; pronti a correre, a scattare, a proteggere la palla ovale da portare in meta.
Si dice che i rugbisti siano persone dall’aspetto burbero, a volte un po’ rozzo, diciamolo, ma con un animo d’oro, paladini di valori e principi come pochi sport ora hanno: l’amicizia, la voglia di stare insieme e divertirsi, la solidarietà, l’aiuto reciproco….principi che si possono ritrovare in una famiglia; perché la squadra è una seconda famiglia.
I genitori sono molto partecipi alle iniziative, e laddove si può “dare una mano” si mobilitano tutti, nel loro piccolo, un piccolo che messo insieme fa un grande lavoro di squadra. Certo, anche i genitori sono una squadra! Volete mettere l’organizzazione delle trasferte, delle feste e di quant’altro viene proposto?….per non parlare del mitico terzo tempo, una sorta di ristoro per piccoli e grandi a fine partita a cui tutti aderiscono portando pietanze che farebbero concorrenza ad un ristorante: affettati caserecci, torte dolci e salate fatte in casa, vino del contadino, piatti della stagione tipo pasta e fagioli e tanto altro….
Il rugby si dice essere uno sport di “contrasto”, laddove c’è lo scontro fisico, sfatiamo però il mito fasullo di questo sport come non adatto ai bambini.
E sopratutto perché scegliere il rugby e non un altro sport?
E’ innegabile che ci si possa far male, ma non più di qualsiasi altro sport. Le statistiche della traumatologia dello sport, ci dicono che per esempio, ci si fa più male alle gambe, giocando a calcetto piuttosto che a Rugby, certo che a volte può capire di andare a scuola zoppicando. Inoltre il rugby, oltre ad avere tutti gli aspetti positivi di uno sport di squadra, aiuta il ragazzo nella crescita, infatti l’ambiente dei piccoli rugbisti è un ambiente sano, dove gli stessi genitori guardando le partite a bordo campo diventano amici. Infine essendo il rugby uno sport “povero”, si pratica per la soddisfazione del divertimento senza aspirare ad una ricchezza materiale. E poi vuoi mettere la possibilità di lanciarsi nel fango, senza che nessuno possa dirti che hai fatto male!
Da che età è possibile iniziare a praticare il rugby per un bambino?
Ufficialmente si inizia con bambini che hanno compiuto 5 anni, però spesso ci capita di avere i fratellini dei “piccoli” atleti, che per non essere da meno, iniziano ad allenarsi ben prima del quinto anno.
Si parla di rugby come di uno sport corretto e leale; virtù che vengono indirizzate non solo verso i propri compagni ma anche verso gli avversari.
La competizione come viene vissuta dai piccoli giocatori?
Ovviamente nel mini-rugby si gioca principalmente per divertirsi, quindi la competizione dei piccoli è sana e corretta; certo che perdere non piace a nessuno. Il malumore dura comunque poco, infatti già sul pullman del ritorno dal torneo, anche chi ha perso, fa in fretta a dimenticarsi della sconfitta.
Cos’è il famoso “terzo tempo”?
Il “Terzo Tempo” degli adulti è dopo la partita e consiste in un momento di aggregazione, dove si mangia insieme discutendo della partita appena giocata, brindando tutti insieme per la squadra che ha vinto. Il divertimento del “terzo tempo” è più nei genitori che degustano a bordo campo le prelibatezze preparate dalle mamme, mentre i “piccoli” atleti giocano le partite.
Qual è lo “spirito” del mini-rugbista?
Si dice che: “il Rugby è uno sport da bestie, giocato da gentiluomini” quindi il mini-rugbista sa che se anche dovesse diventare un campione, rimarrà sempre un gentiluomo.